I Rasna
Elisa Norcini / Fondazione Scuola Marangoni (tutor Paolo Cagnacci)
Gli Etruschi (in etrusco: 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓 ràsenna, 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓 rasna, o 𐌀𐌍𐌑𐌀𐌓 raśna) sono stati un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, all'isola della Corsica, e a sud, in alcune aree della Campania.
Dal momento che la loro scrittura è stata decifrata solo in anni recenti, i Rasna sono stati chiamati con il nome a loro attribuito da Greci e Romani. I Greci li chiamavano Tirreni, da cui il nostro Mar Tirreno, mentre i Romani li chiamavano Etrusci o Tusci, da cui Etruria e Toscana.
Poco tempo fa mi è capitato di incontrare casualmente in internet un articolo che parlava di uno studio del 2013 intitolato “Origins and Evolution of the Etruscans’ mtDNA”, coordinato dal genetista Guido Barbujani dell’Università di Ferrara (in collaborazione con l’Università di Firenze e l’Istituto di Tecnologie Biomediche di Milano).
La ricerca finalmente ha dato una risposta alla discussione sull’origine degli etruschi in atto fin dall’antichità. Gli etruschi sono una popolazione stanziale autoctona dell’Italia centrale come sostenuto da Dionisio di Alicarnasso (e non proveniente dall’Anatolia come sostenuto da Erodoto). Inoltre i loro discendenti diretti non sono i Toscani in generale (con cui sono stati trovate poche somiglianze genetiche) ma unicamente gli abitanti di Volterra (76% di somiglianze) e soprattutto del Casentino (fino al 99% in alcuni casi).
Ho continuato ad informarmi sull’argomento e ho scoperto inoltre che Il Casentino e la Val di Sieve sono le zone dell’Etruria dove sopravvive il più grande numero di toponimi etruschi. Questo lo sappiamo grazie al lavoro di Silvio Pieri che aveva proceduto a comporre e a pubblicare, in termini scientifici, l'intero corpus toponomastico della sua regione. Leggendo la lista da lui stesso pubblicata nel libro “Toponomastica della valle dell'Arno” (1919), mi sono meravigliata di quanti nomi dei posti intorno a me fossero di origine etrusca. Molti studiosi considerano l’elevata densità dei toponimi etruschi nel Casentino come prova scientifica che la lingua etrusca sia nata e si sia conservata a lungo proprio qui.
Sono stati gli Etruschi a inventare la città. E non è un caso che il nome con cui chiamavano sé stessi (Rasena/Rasna) è un termine che in etrusco significa città-stato nella pienezza giuridica e politica dei suoi assetti. I Rasna, cioè gli Etruschi, sono quindi il “popolo delle città”.
Rassina, città del Casentino, deriva appunto da Rasenna. Se questo popolo aveva dato il proprio nome a questo luogo significava che lo ritenevano di particolare importanza e quindi meritevole di avere un luogo sacro come Socana, un tempio con un grande altare esterno che sopravvisse dal V al II secolo avanti Cristo.
Ci sono una grande quantità di reperti archeologici che ci testimoniano la vita degli etruschi in Casentino e l’importanza spirituale e strategica che avesse per loro questa terra.
Curiosamente il più antico di questi si trova a nord alle falde del Monte Falterona (e non verso Arezzo) provano il fatto che questa civiltà si sia sviluppata inizialmente in queste terre.
Tutto questo ha attirato la mia attenzione, essendo il Casentino il luogo dove sono nata e cresciuta. Mi sono subito chiesta se anche io o i miei famigliari potessimo essere dei loro discendenti. Ho rivisto nella mia mente le facce dei molti parenti sparsi nei vari paesini per tutta la vallata e ho cercato di rintracciare in loro delle caratteristiche fisiche che ci collegassero a questo popolo.
Il progetto “I Rasna” è l’intento di ritrarre i moderni discendenti degli Etruschi in Casentino, partendo appunto da loro, i miei consanguinei, fino ad ampliarlo ad altre persone.
Per la selezione dei modelli ho deciso di seguire le seguenti linee guida (alcune prendono come modello quelle utilizzate dallo studio sul DNA di Barbujani per la scelta dei campioni genetici):
- Vivere (o/e essere nato) in un luogo del Casentino in cui ci sia una testimonianza del passaggio degli Etruschi. Il luogo può essere nella lista dei toponimi di origine etrusca oppure possono esserci stati dei ritrovanti archeologici al riguardo.
- Vivere in casentino da almeno 3 generazioni, in particolare da parte della famiglia materna. Un aspetto importante della ricerca è che è stato utilizzato come campione di DNA da studiare un particolare segmento di codice genetico contenuto nel mitocondrio. Il suo vantaggio è che si trasmette intatto da madre a figlio, facilitando gli studi degli ascendenti, perché rimane sempre identico lungo i millenni, salvo poche mutazioni.
- Il cognome non deve avere una distribuzione geografica che non si estenda molto oltre all’aria linguistica degli antichi etruschi. Attraverso la pagina internet www.cognomix.it rintraccio la mappa del cognome, verificando che sia particolarmente radicato in Toscana (e in Casentino). Serve a controllare in particolare la parte della famiglia paterna.
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